venerdì 30 novembre 2012

Porto Flamingo

Come si dice nel libro delle facce: mi piace !

sabato 24 novembre 2012

NEGRI?… NERI?… DI COLORE?… DI CARNAGIONE!!! Storie di adozioni e pregiudizi

Scritto da Rita Benzoni e Vanni Destro.
Con l’acquisto di questo libro,attraverso l’associazione Mehala alla quale gli autori hanno ceduto tutti i diritti, si va a finanziare la costruzione di un centro medico sanitario e maternità e di alloggi per medici e infermieri nel villaggio di Bilogo, Burkina Faso. I racconti sono ispirati da fatti reali di cui gli autori hanno fatto il possibile per renderli un po’ ironici e di piacevole lettura.
Se pensate che i racconti possano non piacervi ma pensate che il progetto vale comunque la spesa di 10 euro (se offrite di più non si offendono) acquistate il libro anche se poi lo usate solo per pareggiare la gamba di un tavolo sbilenco.

Il libro è disponibile e ordinabile direttamente alla sede di MEHALA a Merate, oppure via email all'indirizzo: cooperazione@mehala.org.

Di seguito un paio di estratti dai racconti contenuti nel libro.  
da CARNAGIONE 

Ginetta e Clara erano amiche d’infanzia.
Coetanee, nate durante la guerra, erano cresciute nella miseria e questo aveva rafforzato l’amicizia e la solidarietà.
A dividersi una patata “merica” tra bambini, in quei tempi di micragna, significava diventare fratelli di sangue.
Ginetta era una donnina esile e minuta mentre Clara era tarchiatella con due polpacci da fare invidia ad un ciclista.
Quando passavano in paese, la prima su una Graziella degli anni ’70 mulinando velocemente sui pedali per inseguire l’olandese da 25 chili sulla quale Clara paonazza spingeva un rapporto lungo, i vecchietti davanti al bar dicevano: “A passa Coppi e Bartali” anche se sul ponte della ferrovia Ginetta doveva scendere e andar su a piedi che non ce la faceva.
Avevano sposato due fratelli, Primo e Giuseppe Padoan, che erano venuti a mancare qualche anno prima per un brutto male, come si dice da queste parti.
Il dottore diceva che era colpa del vino e del fumo, ma se Primo qualche ombra se la faceva, nè lui né Giuseppe avevano mai fumato neppure una cicca, nemmeno quando da ragazzini si vuol sembrare adulti.
Qualcuno indicava quel camino alto alto da cui usciva un fumo giallastro, quando si registrava un altro brutto male, ma un po’ così, abbassando gli occhi, che la società elettrica un po’ di lavoro l’aveva portato in paese, anche Primo ci aveva lavorato, e i tempi erano duri e c’erano figli da crescere e mandare a vivere altrove possibilmente.
Così Ginetta e Clara vivevano sole, adesso che i figli maritati si erano trasferiti in altri posti, e mica si lamentavano.
Avevano lavorato una vita, dopo la quinta elementare.
Clara in campagna tra frutteti e orti, Ginetta , gracilina, aveva “studiato” taglio e cucito, si considerava l’intellettuale delle due e a casa sua non mancavano mai Grand Hotel e Oggi.
Adesso con un po’ di pensione e la reversibilità di quelle dei mariti campavano benino.
Amavano la tombola e farsi due giri di “lissio” al centro sociale della parrocchia o alle sagre quando potevano, ma la loro massima passione era ritrovarsi, con altre aspiranti perpetue, in chiesa a far le pulizie e accudire Don Giosuè, il prete barbuto che aveva fatto per cinque anni il missionario in Africa.
Questo riempiva le loro giornate anche perché era il momento di socializzazione che si traduceva nel ciaccolare degli avvenimenti paesani: i nati, i morti, i separati, eccetera.
E la novità assoluta di quei giorni era che il figlio di Filippo Bosco, un agricoltore che la Clara conosceva bene perché ci aveva lavorato per anni nel periodo dell’aglio, aveva adottato due bambini.
Gianni Bosco, un ragazzo socievole, ma sempre troppo impegnato in politica.
Aveva sposato una moglie foresta e adesso aveva adottato due bambini neri neri.
“Sai Ginetta, sembra siano proprio scuri, ma tanto bellini” – raccontava Clara all’amica – “Io li ho mica visti, ma il fornaio, che va li tutti i giorni, dice che sono simpatici, sorridono sempre e assomigliano anche un po’ al papà”.
“Ma dai Clara, ti pare che possano assomigliare a Gianni se sono negri?” – rispose Ginetta – “Ma lo sai che anche quella cantante, la Madonna, ha adottato dei bambini negri, E anche Bradpitt e l’Angelina mi pare….”
continua…..

da GRIGO 
………
Il bimbo gracile era sempre uno spilungone, dava almeno dieci
centimetri ai suoi coetanei, ma si era irrobustito e si avviava a
diventare, sulle orme del padre, una seconda linea tosta e dinamica.
Così adesso erano li allo stadio intitolato a “Mario Cima
Bersaglieri”, colui che aveva introdotto il rugby in Italia, per la
partita coi cugini padovani che era l’evento clou ogni anno.
L’uomo a cui era intitolato lo stadio era considerato un semidio negliambienti rugbistici polesani.
Una storia da eroe di Jack London, aveva vissuto tra gli anni trenta e
la seconda guerra mondiale in Inghilterra dove aveva fatto i lavori
più disparati: marinaio, muratore, metalmeccanico, minatore,
maniscalco ecc. ecc., aveva esaurito tutti i lavori con la m e nel
frattempo aveva preso due lauree, in medicina e storia dell’arte.
Di lui circolavano leggende stupefacenti
Si raccontava che una volta avesse sollevato un cavallo per
controllare se era ferrato come si deve o che avesse trattenuto a
forza un treno in partenza quel tanto che bastava a far salire i
compagni di squadra in ritardo. ma anche che fosse di un’educazione
squisita e che, dopo aver sconquassato le mischie rivali, si scusasse
con gli avversari con un inchino.
Un mito, insomma, e giocare sotto quell’egida caricava di
responsabilità ed orgoglio e Grigo, così come era stato per Beniamino, se ne sentiva davvero fiero.
L’incontro tra le giovanili anticipava, come consuetudine, quello tra
le squadre maggiori.
continua……



martedì 20 novembre 2012

A presto?

In questo momento (20 novembre 2011 ore 22,10) la petizione di Greenpeace ha raggiunto le 15009 firme.
Ovviamente anch'io ho inviato la mia brava mail firmata, l'ho fatto ieri, e oggi nella mia casella di posta elettronica ho trovato questa risposta inviatami nientedopodimenochè da: Angiolino Alfano o meglio da uno del suo staff.  Ma mi chiedo che abbia risposto a tutti 15009 ?



Oggetto: Sito Angelino Alfano



Grazie per la mail! A presto.



Il responsabile del sito

Davide Tedesco

Grazie per la mail ? A presto ?  
....... di una simpatia unica!

Questi non hanno potuto firmare ....



Seconda esplosione nella miniera di carbone di Pike River, in Nuova Zelanda, dove dal 19 novembre sono intrappolati 29 lavoratori a 160 metri di profondità. 
Dopo l'incidente, avvenuto nella notte del 23 novembre 2011 alle 14:37 (le 4:37 ora italiana), la polizia ha ammesso di non avere più speranze di trovare ancora in vita i minatori. "Crediamo che nessuno sia sopravvissuto e che tutti siano morti" ha dichiarato il portavoce della polizia Gary Knowles. 
I familiari sono stati informati prima dell'annuncio ai media. 

Dalle miniere continuano a fuoriuscire gas tossici: proprio a causa di questi e dell'alto rischio di incendi ed esplosioni nel sottosuolo le squadre di soccorso hanno dovuto posticipare l'avvio delle operazioni. Nelle gallerie erano stati inviati in avanscoperta due robot.
Il responsabile dell'impianto estrattivo, Peter Whittall, ha difeso le misure di sicurezza esistenti nella miniera, affermando inoltre che mai vi si era verificato un evento del genere.

Tra i minatori, di età compresa fra i 17 e i 62 anni, vi sono anche cinque stranieri: due britannici, due australiani e un sudafricano; due loro colleghi erano riusciti a fuggire, raggiungendo per conto proprio la superficie. I parenti dei dispersi, anche degli stranieri, sono tutti sul posto e attendono gli sviluppi. Ma dopo l'esplosione di stanotte la speranza di un altro miracolo come quello dei 33 minatori cileni è ormai sfumata. 

giovedì 8 novembre 2012

Uno al giorno




Comunicato Greenpeace

Per denunciare che il carbone di Enel causa una morte prematura al giorno, questa volta abbiamo prodotto un cortometraggio, "Uno al giorno", interpretato da Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli, regia di Mimmo Calopresti e musica dei Subsonica. 

Se ti stai chiedendo come abbia reagito Enel, sappi che la lettera di diffida dell'azienda è già arrivata puntuale come sempre: ci minacciano legalmente e ancora una volta - invece di rispondere sui contenuti – provano a censurarci.

Guarda e condividi questo corto che Enel vuole censurare. Ci aiuterai a diffondere la nostra denuncia contro il carbone, che uccide il clima e avvelena l'aria che respiriamo.

Giovani protagonisti


Suonata la campana a morto della caccia in deroga


Della serie " Se vi piace sparare agli uccelli, sparate al vostro!"

Addio alla caccia in deroga. Il Dipartimento per le Politiche Europee certifica l'illegittimità della delibera regionale. Zanoni (IdV): “Messa la pietra tombale sulla caccia in deroga 2012-2013. Salvi milioni di uccelli migratori. Trionfo della legalità”.

"La caccia in deroga in Veneto e Lombardia è morta. Sottratti dalle grinfie della lobby dei cacciatori milioni di uccelli migratori, come il fringuello e la peppola, che finalmente sono passati incolumi sui cieli di Veneto e Lombardia. Le Regioni imparino d'ora in poi a rispettare le normative nazionali ed europee". E' il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, alla lettera inviata dal Dipartimento per le Politiche Europee al Presidente della Quarta Commissione consiliare del Veneto sulla caccia in deroga (VEDI SOTTO) che sancisce definitivamente l'illegittimità della caccia in deroga rispetto alle normative europee. "Dopo gli avvisi della Commissione europea, arriva nero su bianco la bocciatura del Ministero italiano".

Zanoni: “La bocciatura del Dipartimento ministeriale si aggiunge nell'ordine a quello del Commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik, della Direzione Generale dell'Ambiente della Commissione europea, del Procuratore della Corte dei Conti di Venezia nonché ai miei solleciti basati su interrogazioni parlamentari e pareri chiesti a Bruxelles. La Regione Veneto ha sbattuto il muso sul muro della legalità e si è vista bocciare la caccia in deroga da tutte le istituzioni nazionali ed europee. Zaia e compagni imparino a rispettare la legge invece che accontentare i pruriti della lobby ingorda dei cacciatori. I cacciatori, poi, prendano atto di pendere essere stati presi in giro da chi andava raccontando loro che la caccia in deroga era legittima e rispettosa delle normative europee”.

BACKGROUND

Il Dipartimento per le Politiche europee italiano ha scritto una lettera al Presidente della Quarta Commissione consiliare del Veneto (VEDI ALLEGATO) sottolineando che il progetto di caccia in deroga presentato dalla Regione comporterebbe "un ricorso alla Corte di Giustizia" e "la comminazione di pesanti sanzioni finanziarie allo Stato membro". A titolo di esempio viene citato che proprio in questi giorni, nel quadro di una procedura di infrazione in materia di ambiente" l'Italia rischia una "sanzione pecuniaria consistente in circa 56 milioni di euro di somma forfettaria e in una penalità di mora di 256.000 euro al giorno". Il Dipartimento prosegue che "le sanzioni comminate finirebbero comminate all'Italia per gravare sul bilancio della Regione Veneto potendo essere oggetto di rivalsa sulla Regione ai sensi dell'articolo 16 bis della Legge 11 del 2005". E poi ancora "va da sé che in tal caso si prospetterebbero evidenti profili di responsabilità individuale erariale dei soggetti cui sia imputabile l'adozione della delibera suddetta".

Comunicato del 06 Novembre 2012

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni



lunedì 5 novembre 2012

No amoli e gnan bagige ...


.... ma gol.

Per la seconda volta in quattro partite.
Oggi 4 a 0 con il Delta 2000 Porto Tolle.
Mattia c'è, serve, difende, segna.

AAA  (Adriese Allievi Alè !!!)


Ciao.


domenica 4 novembre 2012

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Una volta La Ghenga era una raccolta del meglio della satira polesana e un blog con vari contributi letterari e umoristici. 
Adesso è un blog chiuso. 
A Rovigo c'è un cinema chiuso, una libreria chiusa, una pinacoteca chiusa, una serie di sportelli per gli utenti più deboli chiusi. Sono chiusi pure i bagni pubblici. 
A Rovigo mancava solo un blog di satira chiuso. Eccolo qua.