lunedì 30 luglio 2012

Speciale escursioni del gusto



Venerdì 3 e 17 Agosto - Casoni, cavane e colauri

Escursione guidata in bicicletta e barca.
Ore 15.45  Ritrovo dei partecipanti davanti all’Ufficio Informazioni in viale dei Pini.
Ore 16.00 inizio dell’escursione, si pedala su via S. Antonio e sulla ciclabile della Destra Adige fino a raggiungere la Strada delle Valli.  Qui inizia uno degli itinerari più suggestivi del Delta del Po che si snoda tra lagune e valli da pesca. Nell’ultima parte del percorso si entra in una valle da pesca, potremo così conoscere questo ambiente esclusivo, la sua storia, i segreti, le sue tradizioni e, con uno spuntino, gustarne anche i sapori.. 
Per il rientro si attraversa la laguna di Caleri con un battello. 
Una volta giunti a Porto Caleri, con la bicicletta si torna al punto di partenza. 
Ore 19.00 arrivo a Rosolina Mare. 
Quota di partecipazione € 18,00 

Venerdì 10 e 24 agosto - Sapori di laguna 

Ritrovo ed imbarco ore 17.00 attracco di Porto Caleri.
Si naviga nella Laguna di Caleri con i suoi caratteristici orti d’acqua, un paesaggio unico e incantevole creato dalla natura e modellato dall’uomo.
L’incontro con i pescatori darà modo di conoscere le tecniche usate in questo antico mestiere, i prodotti pescati e, con uno spuntino, di gustarne i sapori.
Ore 19.00 sbarco a Porto Caleri.
Quota di partecipazione: € 18,00 



 Prenotazione obbligatoria - Disponibilità massima: 25 partecipanti Info e prenotazioni: 345 2518596

mercoledì 11 luglio 2012



Nel cuore delle Valli di Comacchio

La finestra dei Fenicotteri









Dal 1 luglio al 9 settembre 2012

Programma:

Incontro con la guida e partenza in pulmino per raggiungere uno dei luoghi più esclusivi del Parco, le Valli di Comacchio dove nidificano i Fenicotteri. Mascheramenti e posizione permettono un'ottima visuale della colonia.

L'escursione si effettua su prenotazione il Martedì, Giovedì e Venerdì mattina
Partenze da: Lido di Volano, Lido delle Nazioni, Lido di Pomposa, Lido degli Scacchi, Portogaribaldi, Lido degli Estensi, Lido di Spina, Comacchio.
Orario e incontro vengono comunicati al momento della prenotazione.

Possibilità di effettuare l'escursione anche in altri giorni ed orari con un minimo di 6 partecipanti.

Prezzo: intero € 13,00
Ridotto (bambini fino a 12 anni) € 10,00

Per informazioni e Prenotazioni
 Servizio informativo del Parco del Delta del Po
tel: +39 346 80 150 15  -  e-mail: servizioinformativo@parcodeltapo.it


giovedì 5 luglio 2012


Clicca per ingrandire

Il sapore antico del granchio verde

Le «moeche», una tradizione da gustare Custodito per secoli dai pescatori di Chioggia, il segreto, in bilico tra pesca, allevamento e cucina è oggi patrimonio dello Slow Food. Ma rischia di disperdersi Pubblichiamo l'elaborato scritto dalla studentessa del Master in cultura del cibo e del vino di Ca' Foscari, che ha vinto il premio Comunicazione del Corriere del Veneto. Quella delle moeche è una tradizione antica, ne parlava già nel Cinquecento il commediografo Andrea Calmo: «Mi vegno da Treporti, dove se descortega i granzi». Comincia qui, tra paludi e barene, il lavoro del moecante, raffinata arte a metà tra allevamento e pesca, pratica unica della laguna veneziana. È una storia che si perde nel tempo, fino al 1729, quando l’abate Giuseppe Olivi annota tra le pagine della sua Zoologia Adriatica: «I granchi per acquistare il loro accrescimento cambiano ogn’anno crosta. Nei momenti che precedono la muta i nostri pescatori li raccolgono e radunabili in carnieri tessuti di vinchi, volgarmente viero, li collocano a mezz’acqua nei canali. La nuova situazione non impedisce loro di svestirsi: essi perdono la vecchia crosta, e compariscono coperti dalla nuova, ancor molle e membranosa: in tale stato chiamati Mollecche, salgono anche alle mense più nobili». Custodita per secoli dai pescatori di Chioggia l’arte viene svelata nel secondo dopoguerra alle famiglie nobili della Giudecca, per poi diffondersi in tutto il versante nord della laguna. Ma quella che un tempo era un’attività fiorente oggi è un patrimonio in via d’estinzione, che si tenta di valorizzare e proteggere attraverso un apposito presidio Slow Food. «Fino ai primi anni Ottanta eravamo 3/400 -ricorda Umberto Costantini detto il Burielo- oggi tra la Giudecca, Burano, Torcello, Chioggia e la Pellestrina saremo un centinaio». Già perché quella del moecante è una vita dura, si lavora senza sosta in Quaresima e in Fraima, i due periodi di muta del granchio verde o Carcinus aestuarii. «La sveglia è alle 2 del mattino -racconta Umberto, figlio d’arte di terza generazione - si va al mercato del Tronchetto e poi via verso il casone da pesca». Qui comincia il delicato lavoro di selezione dei granchi: gli «spiantani», che perderanno il carapace in breve tempo, vengono separati dai «gransi boni», che muteranno nel giro di qualche settimana, mentre i matti sono restituiti alla laguna. I primi due esemplari, trasferiti separatamente nei vieri, vengono controllati due/tre volte giorno, perché la corazza ricresce entro qualche ora e le moeche vanno raccolte in tempo per essere vendute e consumate. «In genere me le pagano 40/45 euro al chilo -dice "il Burielo" - ma sui banchi di Rialto il prezzo può salire fino a 90 euro». Un piatto di lusso entrato in voga da una ventina d’anni. Oggi lo propongono i ristoranti à la page come «Le Calandre e Quadri, ma» anche moltissime trattorie con una vocazione per la cucina di mare. La tradizione vuole che i granchi vivi siano bucati con uno spillone per far fuoriuscire l’acqua interna. A questo punto la ricetta classica li propone semplicemente infarinati e fritti, mentre i più golosi li immergono nell’uovo per un paio d’ore prima di buttarli nell’olio bollente. Una delizia per il palato impossibile da dimenticare, le «moeche» cucinate secondo la tradizione. Tratto da "Corriere Veneto" Francesca Gavazzi 03 luglio 2012 © RIPRODUZIONE RISERVATA