venerdì 24 febbraio 2012

mercoledì 22 febbraio 2012

Nel Delta del Po mancava il PKS


Alcuni motivi per evitarlo

Tra le tante idiozie arrivate fino ad oggi nel Delta del Po, ecco l'ultima chicca.

Cavanella Po, comune di Adria, più che paese direi una borgata nata e creata attorno allo zuccherificio in riva al Po, ora la chiamano il dormitorio di Adria, el zuccherificio è ancora là, un fantasma. C’è una bellissima fornace, ben mantenuta, se ne potrebbe fare un bel museo di archeologia industriale , ma la scelta migliore è quella di farci una bella centrale funzionante a biomasse derivanti da PKS ovvero coperture del nocciolo di Palma da cui si ricava anche un famoso olio.
Era meglio farla a "scorze de bagige" abbondantemente prodotte all'ora dello spritz nei vari bar della zona, a questi si possono aggiungere anche gusci de nose e de brustoline.

Per chi avesse voglia di capire, riporto alcuni dati che riguardano i danni provocati dalla coltivazione di palme da olio nel pianeta e del suo derivato sull’organismo umano.
E poi come una jena, anzi no, come un condor un piccolo particolare.

Olio di palma: versatile ed economico.


Ma spesso a farne le spese è la natura
L’olio di palma è economico e si presta a numerosi utilizzi. È presente nelle margarine, nei dolci o nelle pietanze pronte. In forma chimicamente modificata, lo troviamo anche nei detersivi, nei saponi e nei cosmetici. Oltre l’80% della produzione mondiale proviene da Malesia e Indonesia. La prima già da anni ha convertito gran parte del proprio patrimonio boschivo in piantagioni, ma la seconda ha ora superato il proprio concorrente asiatico. A farne le spese sono le preziose foreste tropicali. Dal 1985 la superficie delle piantagioni di palme da olio in Indonesia è oltre decuplicata. Un trend destinato a continuare. Anche altri Stati dei tropici, come la Papua Nuova Guinea o la Colombia, creano nuove piantagioni per approfittare del boom registrato dall’olio di palma. Un atteggiamento comprensibile e giustificato se si pensa che questo prodotto rappresenta un’ulteriore fonte di guadagno per questi Paesi, ma al contempo assurdo poiché l’aumento delle colture avviene ai danni delle foreste.
Foreste in fiamme
Il disboscamento selvaggio e gli incendi appiccati per dissodare i terreni e dare spazio alle coltivazioni di palme da olio sprigionano nell’aria ingenti quantitativi di gas serra, come il biossido di carbonio. In numerosi Paesi in via di sviluppo, lo scempio delle foreste è il principale responsabile delle emissioni di gas serra: l’Indonesia è attualmente il terzo produttore di CO2 del pianeta.

SALUTE.
Dietro le etichette per alimenti che indicano la presenza di “grassi” o “oli vegetali” si nasconde il prodotto largamente usato per convenienza economica dalle multinazionali. Fa male al cuore e i suoi acidi favoriscono lo sviluppo delle malattie cardiovascolari.
Diffidate sempre dei cibi confezionati che, tra gli ingredienti stampati in etichetta, citano un generico “grassi vegetali” o “oli vegetali”. Diffidate e non acquistate: siano biscotti, surgelati o qualunque altra cosa impacchettata/inscatolata (persino omogeneizzati per neonati), rappresentano un pericolo per la vostra salute. Dietro questa definizione imprecisa – quali oli? quali grassi? – si nasconde spesso l’olio di palma, tutt’altro che raccomandato come alimento per i suoi danni alle coronarie e, per giunta, prodotto a detrimento delle foreste tropicali.
Perché l’industria alimentare meno affidabile sfrutta proprio l’olio di palma? Intanto per una questione economica: la palma da olio produce da sette a dieci volte di più di olio (per ettaro) delle altre piante olearie: soia, girasole, ecc.

Ma poi anche per le caratteristiche fisiche di quest’olio: solido a temperatura ambiente, può essere stoccato per lungo tempo, si lavora facilmente, può essere utilizzato non solo per gli alimenti ma anche per i prodotti cosmetici. Insomma, per tutte queste ragioni è diventato l’olio più prodotto nel mondo: per l’80% in Malesia e Indonesia, ma anche le regioni tropicali dell’Africa e dell’America del Sud sono interessate a sviluppare la coltura della palma olearia.

Questo sviluppo va esattamente in senso contrario alle raccomandazioni nutrizionali che puntano a favorire l’uso dei grassi non saturi (oliva anzitutto, e poi girasole e lino) e di limitare gli apporti in grassi saturi come i grassi animali e gli oli di palma, palmisto e cocco: gli acidi grassi sono un fattore primario di sviluppo delle malattie cardiovascolari. Bisognerebbe non ingerirne più di 20 grammi al giorno, ma meglio scendere ancora, ideale toccare quota zero. Ma il peggio sono i così detti grassi trans, cioè idrogenati: fanno ancora più male al cuore. Allora l’Europa ha stabilito già tre anni fa che i grassi vegetali trasformati (e quindi solidificati) attraverso l’idrogenizzazione vanno limitati al 2% dei lipidi complessivi di un prodotto.

Decisione importante dal punto di vista della salute pubblica ma, per contro, responsabile in larga misura della moltiplicazione dell’uso dell’olio di palma che non ha bisogno di essere solidificato artificialmente. Abbiamo accennato anche al danno ecologico. Parliamone ancora insistendo sulla circostanza che le piantagioni di palma da olio, che si sono sviluppate in zone di (originarie) foreste tropicali, sono spesso sinonimo di devastazione delle aree più ricche di biodiversità.

Di più: la produzione crescente di olio di palma pone anche dei rilevanti e crescenti problemi sociali dal momento che le popolazioni autoctone sono spesso letteralmente espulse dai loro territori. Come garantire al consumatore una trasparenza reale sulla natura degli ingredienti nascosti sotto le generiche definizioni di “grassi vegetali” e/o di “oli vegetali”? Non essendoci quasi ovunque (men che mai in Italia) una precisa e severa disposizione che obblighi gli industriali dell’alimentazione a precisare quali grassi e oli adoperano, per ora ci si affida al buonsenso e alla correttezza dei produttori e/o dei distributori.
Giorgio Frasca Polara

Il particolare del condor: stranamente in rete ho trovato anche questi due annunci, in due portali differenti uno specifico per Rovigo e uno generale per il Veneto, l’indirizzo è lo stesso, ma non vuol dire niente, o per lo meno ci rende conto che da queste parti c’è chi commercia il nocciolo di palma .

Da :Annuncieinserzioni.it

Vendiamo nocciolo di palma Pks Rovigo
Rovigo 16-02-11,
Vendiamo PKS ( coperture del nocciolo di Palma ), pulito, da usare come combustibile di Biomassa (Kcal / Kg > 4400) in centrali di produzione di energia elettrica, in grosse quantità. Prezzo CIF porto Italiano 95 Euro a Tonnellata compreso il trasporto.
Contattateci via mail a mep.sas2010_CHIOCCOLA_gmail.com

Da: Annunci Faidate.com

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Cà se dise dele volte ah? che combinasion!

martedì 7 febbraio 2012

Satira giornalistica deltizia


Il maltempo blocca il terminal

Mare troppo mosso, le metaniere non attraccano da dieci giorni. La centrale Enel potrebbe ripartire


NUOVA PERTURBAZIONE
Torna la neve a partire da oggi, ma una nuova pertubarzione è in arrivo in Polesine nel fine settimana. Intanto al terminal gasiero non attraccano più le navi a causa del mare mosso e l’emergenza energetica in Italia potrebbe portare ad una riattivazione parziale della centrale di Polesine Camerini.






Ma come?

Hanno piazzato in mare, davanti alle coste del Delta, una struttura dall'impatto visivo devastante. A volte nel litorale di Rosolina mare si notano schiume "strane", morie di stelle marine, dichiarate normali, nello scanno di Boccasette. Hanno posato il loro tubo rispettando il periodo di caccia tagliando poi nel periodo riproduttivo per l'avifauna, scanni, lagune e valli. A qualche comune hanno pure fatto un pò di carità. Dicono che è sicuro, ma non è certo, o perlomeno fino adesso in altri impianti simili non si sono verificati incidenti (noti)... fino adesso!
Il tutto è stato fatto in nome delle "strategie nazionali di riserva energetica", per cui qualsiasi protesta è stata inutile, e di conseguenza installato al largo delle nostre coste dove vi rimarrà per i prossimi due secoli, i figli dei figli dei nostri figli ce ne saranno grati.
Ma come?
Doveva garantire scorte di gas stivate in riserve naturali per i casi di emergenza come questi e siamo già senza.
Ma come?
Dove sono state messe le scorte che avrebbero dovuto servire per le emergenze?

Ma come?

"Do' folà de bora in più" e tutto il marchingegno frutto dello studio di fior fiore di ingegnieri venuti da tutto il mondo (tranne che dal polesane) va in tilt. Ma lo sanno anche i bambini che in Alto Adriatico soffia un vento freddo e potente da Nord - Ovest detto Bora che soprattutto d'inverno diventa molto violento e crea mare mosso.

Scrivo queste cose perchè mi sento quotidianamente preso per il culo da queste notizie, da chi le scrive e da chi le fa scrivere. Potrei fare a meno di leggerle, vero, ma il tutto accade nella mia terra, dove vivo, nella terra che vorrei lasciare ai mie figli.

Non vorrei annoiare, ma per far ripartire la centrale Enel di Polesine Camerini, si dovrebbero cercare i vari pezzi mancanti nelle fonderie.

"Speremo che la cambia !!! " fin che ce lo lasciano dire.

Foto e titoli tratti dal mitico Gazzettino di Martedì 7 Febbraio 2012, clicca la foto per ingrandire.

domenica 5 febbraio 2012

Cigni, divagazioni e note.

Cigno collection

Cigneserie


Cignesi


Cigni d'oro


Oca cignoide


Cigni sale e pepe


Cigni in vetro soffiato



Cigno al forno


Cigno in silver



Cigno in alabastro


Cigno in peltro


Cigno origami


La morte del cigno


Cigno pendaglio



Cigno portachiavi


Cigno portanelli in silver


Cigno Swarovski


Cigno porcellana centro tavolo

Cigno zucca


Cigni CONGELATI,


Ancora una volta il Canal Bianco si è dimostrato il luogo meno adatto dove mettere in soggiorno obbligato una colonia di cigni. Danno al danno i vari tentativi di aprire dei varchi nel ghiaccio per liberare le povere bestie, tentativi che, nella loro improvvisata incongruenza, hanno causato ulteriore stress agli animali già provati dalle temperature minime notturne di questi giorni, obbligati in un luogo dove non hanno la possibilità di trovare un rifugio naturale (canneti, cespugli, tane), incapaci di volare perchè monchi e di conseguenza impossibilitati a spostarsi in zone più adatte, così, come fanno tutti gli uccelli del mondo, quelli liberi in natura...
Per il problema ghiaccio, giusto per non combinare altri guai, posso consigliare di chiamare quelli di Greenpeace hanno una fantastica rompighiaccio.