mercoledì 19 gennaio 2011

Qualche buona notizia per gli animali selvatici in Polesine


Di Massimo Benà per il WWF sez. di Rovigo

Nel corso di oltre 25 anni di osservazioni abbiamo registrato qualche successo in ordine alla presenza di animali selvatici presenti in provincia. Ne proponiamo una sintetica rassegna circoscrivendola ad alcuni uccelli di facile riconoscimento nel tentativo di trasmettere quell’entusiasmo che, come appassionati, proviamo ogni qualvolta ci imbattiamo in qualche specie non comune.
Cominciamo con gli Aironi. Verso la metà degli anni ’80 l’Airone cenerino era dato esclusivamente come svernante. In Polesine lo si poteva osservare solo d’inverno ed esclusivamente nell’area deltizia. Nel tempo si è verificata un’espansione sia temporale che spaziale della specie. Oggi l’Airone cenerino è presente tutto l’anno. Non solo. Una colonia nidifica da tempo alle porte della città assieme a Garzette ed Aironi bianchi maggiori. E’ regolare osservare alle porte della città questi grandi volatili che con il loro lento battito di ali si spostano, a qualche decina di metri dal suolo, per recarsi ai terreni di caccia oppure per tornare al nido. A volte può capitare anche di vederli transitare sopra la centrale piazza V. Emanuele. Altri aironi contribuiscono ad impreziosire il nostro Polesine. Fra questi il Guardabuoi. Quello tutto bianco simile ad una Garzetta, ma un po’ più tozzo e con il becco giallo, che si vede nei documentari naturalistici mentre, nelle savane dell’Africa, sosta sulla groppa dei bufali oppure li segue zampettando. Bene, negli anni questa specie si è alquanto diffusa e frequenta ormai regolarmente anche le zone circostanti la città. In questi giorni un individuo di Guardabuoi ha pascolato per diversi giorni in un prato limitrofo alla scuola media di S. Pio X. Il giorno di S. Stefano un altro esemplare sostava tranquillo nel giardino di una casa posta ai piedi dell’Adige in quel di Granzette. Chi scrive ricorda ancora l’emozione provata la prima volta che, nel Delta del Po, ha avvistato il suo primo Guardabuoi. Allora, all’inizio degli anni ‘90, l’osservazione rappresentava un’autentica rarità. Nel tempo la specie ha conosciuto una rapida espansione ed è oggi segnalata un po’ ovunque. Nel Delta ci sono i contingenti più numerosi ma gruppi di diversi individui sono visibili anche in medio ed alto Polesine. Ma il caso forse più eclatante e famoso riguarda un altro trampoliere: il Fenicottero. Famoso perché salito nel 2006 alla ribalta nazionale a causa di avvelenamenti da piombo dovuti all’ingestione di pallini da caccia. Verso la metà degli anni ’90 per poter osservare questa specie occorreva recarsi in Sardegna, presso gli stagni di Cagliari ed Oristano, oppure espatriare in Francia in Camargue. Poi, piano piano, è iniziato qualche avvistamento anche da noi. Nel ’95 un esemplare è rimasto qualche giorno in una zona umida artificiale a Melara. Seguirono, sul finire degli anni ’90, le prime osservazioni nelle valli di Comacchio e, di lì a poco, nel Delta del Po. Valli e lagune del Delta risultarono di gradimento alla specie che qui ha trovato un ambiente ideale per la sosta, il nutrimento e la riproduzione. Come del resto doveva essere visto che in epoca storica il Fenicottero era ben presente anche da noi. Oggi senza recarsi in Camargue o in Sardegna è possibile ammirare tutto l’anno questi stupendi volatili rosa in gruppi che a volte raggiungono le migliaia di individui. Basta recarsi, armati di binocolo o cannocchiale, nelle valli del nostro bel Delta.
Anche nel campo dei rapaci si sono viste positive evoluzioni. Fino a non molti anni addietro i rapaci erano oggetto di attenzioni non proprio amichevoli da parte dei cacciatori. Venivano infatti annoverati fra i cosiddetti “nocivi” in quanto in grado di catturare alcune specie di interesse venatorio. Trovandosi inoltre al vertice della catena alimentare, subivano le negative conseguenze dovute all’accumulo di pesticidi ed antiparassitari utilizzati in agricoltura. Morale, ancora negli anni ’90 l’avvistamento di un rapace era per l’appassionato un evento piuttosto raro. Le cose sono andate un po’ alla volta migliorando. Sicuramente per un atteggiamento più rispettoso da parte dei seguaci di Diana, bisogna dargliene atto. Forse anche per un diminuito utilizzo di pesticidi in agricoltura. Infine per la disponibilità di siti di nidificazione dovuto all’espansione dei corvidi. Spesso infatti i rapaci utilizzano nidi dismessi di cornacchie e gazze per riprodursi. È adesso possibile ammirare il Gheppio mentre batte rapidamente le ali rimanendo fermo sulla verticale a una decina di metri dal suolo in cerca di prede, praticamente in tutta la provincia, da Melara a Pila. Ma capita anche di vedere esemplari di questi piccolo falco svolazzare tranquilli anche in città. Chi scrive ha più volte avvistato il Gheppio in corrispondenza dei giardini Due Torri, in Commenda e a S. Pio X. Una coppia ha addirittura nidificato per due anni consecutivi su un cornicione dell’ITIS F. Viola di Rovigo utilizzando un nido di Tortora dal collare dismesso. Il Gheppio è diventato una presenza costante del nostro territorio tanto da sembrare sin banale. Eppure non era così una decina di anni fa. Il discorso potrebbe soffermarsi su diverse altre specie ma lo spazio è tiranno. Concludiamo allora questa rapida carrellata con una curiosità ed un’interessante avvistamento pre-natalizio. La curiosità riguarda una colonia di pappagallini, specie estranea alla fauna locale, che ha deciso di “metter su casa” (un grosso globo di rami) in alcuni pini domestici presenti in un giardino privato a Pontecchio Polesine. L’avvistamento è invece relativo ad un gruppo di una decina di Cicogne bianche che il 18 dicembre verso le 13 dopo aver sorvolato il quartiere di S. Pio X si è diretto verso Sud all’altezza del ponte dei Forti. Potrebbero far parte del contingente che lo scorso anno ha svernato nel ferrarese e che speriamo, prima o poi, di poter annoverare fra la fauna polesana. Naturalmente non sono tutte rose e fiori, alcune specie sono in difficoltà, ma di questo parleremo in altre occasioni.

Foto 1 Airone cenerino tratta dal web.
Foto 2 Gheppio in posa di caccia detta "spirito santo" autore Eddi Boschetti.

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