venerdì 23 dicembre 2011

Appello per la biodiversità


“ Vogliono distruggere le Saline di Ulcinj in Montenegro, le gemelle di Margherita di Savoia. Sarebbe un danno grave, bisogna assolutamente arrivare a 1000 firme per cercare di salvarle” dice Nicola Baccetti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e chiede di andare al link sotto riportato, “ Firmate, poi nella finestra successiva vi chiedono dei soldi ma voi se volete tornate indietro e verificate se il vostro nome è dentro, funziona lo stesso. MI RACCOMANDO, soprattutto DIFFONDETE, la vostra firma non basta! “

La Salina, si trova poco fuori Ulcinj, in Montenegro e occupa un'area di 1500 ettari La salina di Ulcinj è conosciuta anche per essere habitat di 258 specie diverse di uccelli, tra i quali molti di essi sono rari, presenti anche i fenicotteri rosa.
clicca per firmare
Grazie

venerdì 25 novembre 2011

Cigni in Canal Bianco di Adria.

Io no, grazie!

Riporto quanto scritto da un fautore dell'iniziativa "Cigni in Canal Bianco"

"I promotori sono più che soddisfatti, migliaia sono state le persone che sono venute a dirci che si è trattata di una buona iniziativa, le critiche numeri alla mano sono poche decine, comunque già avevamo messo sul piatto della bilancia che a qualcuno non sarebbe piaciuta, anche perchè non esiste al mondo nessuna iniziativa, anche la più bella, che sia accolta favorevolmente da tutti. A noi ci è bastato constatatare che tanta gente, la maggior parte ha trovato l’arrivo di questi cigni in modo benevolo e vivono l’iniziativa con grande entusiasmo, basti andare sul ponte castello la domenica mattina o pomeriggio. Vi posso assicurare che il quotidiano impegno di distribuire il cibo per loro non è cosa da poco, ma lo facciamo con sincero entusiasmo ed amore per questi animali. Nel Polesine anche a Cà Venier ed Albarella ci sono alcuni gruppi di cigni, a Treviso sono oltre 350, quindi questi volatili non disdegnano il territorio Veneto a quanto pare!

Tratto da : adria.blogolandia.

Mio commento

Ai cigni non piace il Polesine, ci stanno per forza!

Egregi lettori, egregi amici ed egregio sig. Mincuzzi, già potete leggere nel mio blog http://falcodipalude1.blogspot.com/ le mie considerazioni sull’introduzione di Cygnus olor nel Canal Bianco di Adria, considerazioni che non sono assolutamente astratte ma documentate da foto ed estratti scientifici. Oltre a quanto pubblicato nel mio blog, nella vaga speranza di illuminare le migliaia di persone che plaudano l’ iniziativa, vi riporto quanto scritto in due pregevoli volumi editi dalla Provincia di Rovigo riguardanti l’avifauna della provincia di Rovigo.
Il primo testo è tratto da “ Gli uccelli acquatici svernanti in provincia di Rovigo” (M. Bon, E. Boschetti, E. Verza, luglio 2005), il secondo testo, invece, è tratto dall’ “Atlante degli Uccelli nidificanti in provincia di Rovigo” (G.Fracasso, E. Verza, E. Boschetti, prima edizione ottobre 2003).
Scusatemi sono lunghi, per altri discorsi, offese o turpiloqui ci vediamo al bar.

Primo testo:
Cigno reale Cygnos olor
Di Mauro Bon.
“Specie originariamente presente con popolazioni selvatiche, migratrici e svernanti, introdotta in epoca storica in numerose regioni. La popolazione svernante italiana (1996 – 2000) viene stimata in 1.798 individui con un sensibile incremento rispetto al precedente quinquennio.
Il nucleo svernante in provincia di Rovigo è prevalentemente composto da individui sedentari e nidificanti a cui potrebbero aggiungersi soggetti di provenienza europea centro-orientale. Qui (nel Delta del Po ndr) la specie è poco diffusa come svernante 1* e solo pochi soggetti vengono censiti, soprattutto all’interno delle aziende faunistico venatorio vallive 2*, ove frequentano gli ampi spazi acquei dolci e salmastri.
La scarsità delle osservazioni contrasta con quanto accade nella vicina provincia di Venezia ove si contano anche assembramenti di oltre 300 indd. e una popolazione pari al 30% di quella nazionale, in seguito alle numerose introduzioni , effettuate a partire dalla seconda metà degli anni ’70 (non sarebbe ora di darci un taglio? Ndr).
Nel Delta del Po Veneto a partire dal gennaio 1997 le osservazioni variano da 0 a 3 individui. Va considerata con particolare interesse l’osservazione di 23 soggetti (quasi come tanti del Canal Bianco ndr) contati nel 2003, quasi tutti concentrati nelle valli Sacchetta e Canocchione, (a occhio min 500 Ha di zone umide nel comune di Porto Viro più altre migliaia di ettari confinanti , ndr), che potrebbero avvalorare l’ipotesi di un graduale spostamento di soggetti svernanti in provincia di Venezia.

1* il soggetto passa solo l’inverno poi si sposta a in altre parti d’Europa, questa specie verso Nord o Nord – Est.

2* valli da pesca dove si attua anche l’attività di caccia. Nel periodo autunno-inverno in queste valli vengono distribuiti, nei laghi da caccia, consistenti quantità di cibo- mangime che attira inimmaginabili quantità di uccelli acquatici (min 10.000 nelle valli più scarse, oltre 30.000 nelle valli più audaci e più grandi) tra i quali i cigni a cui i nobili sportivi non disdegnano di tirare (sparare) anche se specie protetta.

Secondo testo :
Cigno reale Cygnos olor
Di Marco Basso.
… “Sorprendentemente, le immissioni di Cigno reale, attuate soprattutto attorno alla metà degli anni ottanta del secolo scorso e che hanno portato all’invasione delle valli da pesca nella laguna di Venezia , non hanno coinvolto l’adiacente territorio polesano (ghe sbiro, come se dise in venesian, qua i ghe spara anche ai crocali ndr). “
…. “L’ambiente utilizzato in provincia (Rovigo ndr) dal nucleo nidificante è rappresentato dagli specchi d’acqua dolce delle valli da pesca, habitat che offre adeguata protezione e riparo oltre che abbondante nutrimento (vegetale, naturale ndr) 1*.
… “si ipotizza un futuro incremento della presenza delle specie in provincia di Rovigo sia nelle valli del Delta, sia lungo i principali corsi d’acqua dell’entroterra 2*”.

1* Penso che la frase dica tutto a riguardo di come e dove sono attualmente “ospitati” i cigni del Canal Bianco.

2* Questo è decisamente il punto più importante, quello che rafforza il mio dissenso. Perché introdurre forzatamente animali mutilati, in quantità tra l’altro assurda, in luoghi non idonei quali il canal bianco, notoriamente conosciuto come cloaca a cielo aperto, costringerli poi nel tratto più cementificato, è questa forse l’educazione ambientale che Adria vuol dare ai suoi giovani cittadini? Non sarebbe meglio sforzarsi invece nella riqualificazione ambientale al fine di attirare specie meno impattanti decisamente più importanti, a rischio e degne di protezione?
Io penso che con la stessa spesa dei cigni, sostenuta personalmente anche da sindaco e assessori, si potevano comprare per esempio, delle belle cassette nido per pipistrelli notoriamente utili contro la lotta alle zanzare.
Facciamo che i cigni siano stati pagati sulle 80 euro a coppia, ( però per me gli hanno pagati di più), per 10 sono ottocento euro .
Con 800 euro si mettevano giù almeno 30 cassette nido per pipistrelli,in più si potevano fare delle lezione didattiche nelle scuole elementari, diffondendo il tema della biodiversità.
Questa è l’educazione ambientale, differente dal tirare un toco de pan a delle bestie da ponte castello!!!
Titolo sui giornali:
Adria il primo comune del Parco del Delta del Po che attua la lotta biologica alle zanzare posizionando cassette nido per i pipistrelli.
...Ma questa è fantascienza ,
e io vivo in un altro pianeta.

mercoledì 23 novembre 2011

Poveri Cigni

Continuo a pensare, unendomi a un coro sempre più grosso di no, che il ramo cittadino del Canal Bianco ad Adria non sia il luogo più ideale per fare vivere degli animali come i cigni reali, non mi pronuncio su quelli neri. Anzi, si, ci ripenso e riporto il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale) riguardante l’impatto sulla biodiversità causata dall’uomo nel momento in cui introduce animali esotici in un qualsivoglia ambiente che non sia quello di origine.
“Sebbene nell’Europa continentale la specie non sia ancora da considerare naturalizzata, il caso della Nuova Zelanda deve essere considerato come esempio di quanto potrebbe accadere qualora la specie riuscisse ad insediarsi e a diffondersi. Qui infatti, in seguito ad una serie di immissioni iniziate intorno al 1864, si è assistito ad una rapida acclimatazione della specie e ad una vera e propria esplosione demografica, tanto che già nel 1906 erano presenti migliaia di individui ampiamente distribuiti su laghi ed estuari; nel 1980 sono stati stimati 60.000 soggetti (Marchant e Higgins 1990).Considerato l’elevato livello di gregarismo della specie, il problema principale che si può riscontrare in seguito alla naturalizzazione del Cigno nero è soprattutto la competizione con altri taxa di Anseriformi autoctoni (Lever1994). L’osservazione di coppie miste con Cygnus olor lascia ipotizzare anche l’insorgenza di problemi di inquinamento genetico delle popolazioni di Cigno reale presenti in Europa (Snow e Perrins 1998a).Come tutti gli Uccelli appartenenti all’ordine degli Anseriformi, rappresenta un ospite naturale, asintomatico, di influenza aviaria, importante infezione soggetta ad eradicazione a norma U.E. nel pollame domestico”
Ma ciò che ho visto, e documentato con le foto di seguito riportate, mi convincono ancor più nel mio parere e in quello di tanti altri: “Liberate quelle povere bestie”.

In questa foto un cigno vuole mangiarsi una corda, probabilmente scambiata per una pianta acquatica di cui, in genere, questi uccelli si nutrono.




Però non va giù!



Dopo un buon 30 minuti di lotta per liberarsi dall’ingombro, un compagno cerca di rubare la “preda”




nel più bello e cioè quando dal becco del cigno ingordo escono altri 30 centimetri di corda, si scarica la batteria della fotocamera, ma la preda viene rubata… Mi vien da pensare però che sia stato un vero e proprio atto di aiuto in quanto nè il compagno cleptoparassita nè gli altri individui vicini hanno poi dimostrato interesse per la corda.
Per questa volta gli è andata bene.

Aggiungo quanto segue tratto da “Il comportamento degli uccelli d’Europa” di A. Gariboldi e A.Ambrogio riporto alcune righe riguardanti il Cigno reale:
….Durante la stagione riproduttiva, dopo le vistose parate nuziali che rinsaldano i legami (sono monogami ndr), la coppia si apparta e difende tenacemente il territorio all’interno del quale costruirà il nido (di solito su mucchi di canne o isolotti circondati dall’acqua o prati allagati). In particolare il Cigno reale in primavera è molto aggressivo e può difendere territori molto estesi (oltre 6 ettari) (60.000 metri quadrati, ndr) attorno al nido , scacciando non solo conspecifici ma oche, anatre, folaghe e in alcuni casi attaccando canoisti e altre piccole imbarcazioni”…


Clicca sulle foto per ingrandire.

mercoledì 9 novembre 2011

Ara che bei !

...anche bravi!
Allievi Provinciali U.S.D. Adriese 1906



In alto da sx: Mrs Terrentin Mario, Bego Pierluigi, Siviero Nico, Grisotto Gianluca, Gabbrielli Nicolas, Sicchieri Roberto, Barbu Mario, Limaj Lorenzo, Cobianchi Matteo, Baratella Fabio, Daru Filippo,
In basso da sx: Chillemi Paolo, Domenicale Alessandro, Donà Mattia, Portesan Alberto, Crepaldi Giulio, Prando Simone, Marzolla Simone.

Clicca la foto per ingrandire, ciao.

Bracconaggio nelle valli del Delta del Po



Secondo segnalazioni fatteci oggi, 8 novembre 2011, pervenire da alcuni attendibili informatori nella giornata di sabato 5 novembre in alcune valli del Delta del Po grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche sarebbero stati abbattuti un numero di anatidi largamente superiore a quello consentito dal carniere. Sempre secondo le nostre fonti sembrerebbe che anche nella giornata di domani 9 novembre 2011, viste le condizioni di vento particolarmente favorevoli previste, si dovesse replicare quanto accaduto sabato. La situazione sembrerebbe particolarmente critica nella medesima valle già oggetto di situazioni analoghe accertate alcuni anni orsono dai vigili provinciali con conseguente sequestro di circa 700 capi di selvaggina. Non siamo ovviamente in grado di comprovare la veridicità delle informazioni pervenuteci. Tuttavia i fatti in precedenza accertati e le segnalazioni che periodicamente ci arrivano dalle più svariate fonti di “stragi” perpetrate nelle valli ci inducono a richiedere con urgenza una verifica di quanto segnalatoci con particolare attenzione per la valle già oggetto della contestazioni più sopra richiamata.
Si chiede contestualmente di essere informati circa il servizio eventualmente svolto e circa i risultati conseguiti.


Distinti saluti.
WWF Provinciale di Rovigo

In foto un Lupo grigio, tratta dal web.

mercoledì 26 ottobre 2011

Osteria del Delta Torre Abate

Cari Amici,
anche l'autunno ci regala nuovi colori e soprattutto nuovi Sapori!
Ecco un'occasione da non perdere per chi ama il contatto con
la natura e la buona tavola: un weekend a base di FUNGHI!

Vi aspettiamo numerosi!

Lo staff di
AQUA - i viaggi nel Delta



Clicca l'immagine per ingrandire

martedì 18 ottobre 2011

Massima del mese

Da un carissimo amico di Gorizia mi giunge ciò, che ho nominato massima del mese.



Tutto vero, ciao Gianfritto !

lunedì 17 ottobre 2011

martedì 20 settembre 2011

Decimo anniversario della destra Po






Come sempre clicca sulle immagini per ingrandire, ciao.

lunedì 19 settembre 2011

sabato 17 settembre 2011

Agli Ibis eremiti piace il Delta del Po

Agli Ibis eremiti del progetto Walrappteam piace il Polesine e il Delta del Po

A pochi mesi di distanza gli Ibis eremiti si fanno rivedere in Polesine questa volta nel Delta del Po. Dopo l'avvistamento in foto avvenuto in Alto Polesine nel giugno di questa'anno di due individui

(Fabrizio Borghi ph.)

un'altro esemplare è stato avvistato in questi giorni in una zona del Delta del Po.

(ph. Elisabeth Merli, guida naturalistica ambientale).

Riporto questo post del settembre 2005 tratto dal blog dell'ornitologo ferrarese Menotti Passarella.

Si cercano occhi attenti per avvistare Ibis eremiti e dare una mano a scongiurare l’estinzione di una specie di uccelli ormai rarissima. L’appello è del Wwf Italia, che ha collaborato con la sua oasi di Orbetello a un progetto sperimentale condotto dal gruppo austriaco Walrappteam per reintrodurre in natura degli Ibis eremiti (Geronticus eremita) nati in cattività. Il 20 maggio gli Ibis, con tutta probabilità, sono partiti verso il Nord e i ricercatori hanno bisogno di aiuto per verificare che abbiano imparato la strada. Agli uccelli è stato possibile applicare solo dei trasmettitori che inviano segnali radio a terra, perché quelli satellitari sarebbero stati troppo pesanti. Il raggio di ricezione dei radio trasmettitori non è ampio, per cui i ricercatori hanno bisogno delle segnalazioni di tutti per seguire il volo degli ibis, in modo da verificare passo passo i loro spostamenti. La rotta che hanno percorso nel viaggio autunnale, seguendo l’aereo, passa su Tuscania, Perugia, Sansepolcro, Sant’Arcangelo di Romagna, Delta del Po, Lido di Venezia, Udine e infine l’Austria. Individuare gli Ibis non è difficile: sono neri, hanno un lungo becco rosso e pesano circa 1,2 chilogrammi e hanno un’apertura alare di circa un metro. Ogni esemplare è dotato di anelli colorati alle zampe, di un microchip e di una radio trasmittente. Assomigliano un po’ ai cormorani e volano in formazione a “v”. Gli ibis allevati dall’uomo sono fortemente legati ai loro genitori adottivi. Sono perfettamente in grado di distinguere le persone note da quelle sconosciute, che fanno avvicinare fino a circa 10 metri di distanza.
Chi li si avvista può chiamare il Wwf Italia (06 84497357) oppure mandare una mail al sito del gruppo austriaco Walrappteam (in tedesco e inglese) c’è anche un modulo da riempire per gli eventuali avvistamenti, che verranno puntualmente registrati. “Non abbiamo loro notizie dal 20 maggio -spiega il responsabile del progetto, Johannes Fritz – l’ipotesi più probabile è che abbiano iniziato la migrazione, ma non è escluso che si siano solo spostati nei paraggi, alla ricerca di cibo. Gli ibis adulti iniziano il viaggio verso Nord ai primi di aprile, in tempo per la riproduzione, ma questi sono ancora giovani e potrebbero aver ritardato la partenza”. “A seconda delle condizioni del tempo – prosegue il biologo – gli Ibis percorrono dai 50 ai 100 chilometri al giorno, se sono nel pieno della migrazione anche 200. Sappiamo in ogni caso dove dovrebbero tornare se hanno imparato la strada, alla nostra oasi di Scharnstein, nel Nord dell’Austria”. Il progetto per la reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa è ambizioso: questi uccelli sono scomparsi sul continente fin dal Medioevo e sopravvivono in natura solo sulla costa atlantica del Marocco. Proprio qui, nel Parco Nazionale di Souss Massa, dal 1998 è in atto un programma per lo studio dell’ultima colonia di ibis eremita e la salvaguardia della specie.

lunedì 12 settembre 2011

Ricerche in corso


di Adriamo Talamelli
A tutti gli interessati che potenzialmente possono essere partecipi in particolar modo con le osservazioni sul campo.

Nel 2010 in Veneto,Emilia Romagna,Marche e Abruzzo (nel 2011 si e’ aggiunto la Sicilia) e’ partito un progetto dell’ISPRA con lo scopo di conoscere le strategie di nidificazione,zone di svernamento, raggruppamenti di muta e altro, nonche’ la problematica e soprattutto l’adattamento di questa specie visto oramai che non esiste piu’ un lembo di spiaggia tranquillo per nidificare. Tanto per dirne una, a Senigallia coppie di Fratino nidificano sui tetti degli stabilimenti balneari, una coppia addirittura sul tetto della caserma dei Carabinieri.Sono stati inanellati solo individui adulti (maschi e femmine) nidificanti, affinche’ tutti gli esemplari siano di ben precisa origine. Nella primavera del 2010 sono stati messi anelli codificati gialli alla tibia con 2 lettere, quest’anno sempre gialli al tarso con 3 lettere, alcuni di questi in Abruzzo dotati anche di Geolocator.Anche in Slovenia quest’anno sono partiti con lo stesso progetto, sui nidificanti all’interno delle Saline di Sicciole, solo che mettono anelli bianchi con la S iniziale,il prossimo anno si aggiungera’ anche la Croazia. Scorrendo fino in fondo potete vedere foto di individui inanellati in questo link:http://www.crb-photoguide.com/chaal.htmQuindi se vi capita di vedere Fratini controllate bene le zampe se hanno anelli colorati, se avete intenzioni di recarvi o ci passate vi dico alcuni siti a me noti dove potete trovarli in gran numero in questo periodo:
Macrozona di Punta Sabbioni,Sant’Erasmo,Cantiere del Mose’,Laguna nord di Venezia ci sono 2 gruppi di circa 200 individui ciascuno,Valle Ancona (Comacchio), dallo stabilimento balneare del Camping Lido di Spina dirigetevi a piedi a sud per 2 km circa, ce’ ne sono circa 100 individui, sparsi qua e la.Foce del Bevano,Ravenna circa 80 individuiLitorale tra il mare e i laghi di Burano e Varano,Foggia, 300 individui, forse di piu’.Bocca del fiume Serchio,Pisa circa 50.
Poi con il sopraggiungere dell’autunno e inverno in tutti i litorali ma in numero minore possono essere avvistati.
Nel caso di avvistamenti, i dati da prendere sono elencati in calce all’articolo.

Nel frattempo grazie all’ anello che aveva alla zampa, si è potuto sapere che, una femmina di Fratino inanellata in Abruzzo nel 2010 e’ ritornata poi nel 2011, ha nidificato con successo, ha lasciato accudire fino all’involo la prole di 3 giovani al maschio e se ne andata in Croazia si è accoppiata con un nuovo maschio Croato e ha portato a termine anche qui con successo l’involo di 3 giovani.

Promemoria per i neofiti dei dati da raccogliere nel taccuino da campo quando vedete una qualsiasi specie inanellata:

Specie,data, localita’,Comune,Provincia,
colore dell’anello,e codice inciso, questi dati sono essenziali,
molto utile e’ anche segnarsi su quale zampa si trova l’anello colorato e dove (tibia o tarso) e il senso di lettura (dall’alto o dal basso)
Qualora fosse possibile,utilissime anche le foto.
Molto utile, per il Fratino è segnare il numero degli individui presentì.

Un progetto simile nato in Ungheria riguarda L'airone bianco maggiore, di cui si vuol studiare la migrazione post-riproduttiva. A giugno del 2011 ben 500 individui sono stati marcati con anelli in pvc di colore rosso con 3 caratteri alfanumerici,tutti inanellati da pulcini sul lago Balaton e a Hortobagy,a questi si aggiungono i 300 inanellati negli anni precedenti.
Gia’ 8 (di cui 3 in questi giorni) individui sono stati visti/fotografati in Friuli e Veneto (regioni geograficamente esposte al flusso migratorio).
Con un minore numero di individui inanellati,un altro progetto simile e’ in corso dal 2008 in Croazia, (3 individui visti in Italia, 1 in Puglia,1 in Toscana e 1 in Friuli) questi hanno anelli bianchi con 3 caratteri alfanumerici.
In Italia questa specie viene marcata con anelli blu con 3 o 4 lettere.

In foto. Fratino ringed in NETHERLANDS

Delta d'autunno


Il Servizio Forestale Regionale di Padova e Rovigo, in collaborazione con l'Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, ha organizzato una giornata dedicata ai frutti ed ai colori dell’autunno, che rendono particolarmente spettacolare la vegetazione del Giardino Botanico.

La giornata, che si svolgerà domenica 2 ottobre 2011 presso il Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri, a Rosolina Mare (RO), rappresenterà l'occasione per scoprire la ricchezza dei frutti e delle bacche delle numerose specie di alberi e arbusti che caratterizzano il bosco e la macchia .

L'ingresso, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, sarà gratuito, e i visitatori saranno accompagnati lungo i percorsi da guide esperte.

Le visite guidate si svolgeranno con il seguente orario: mattino: 10.30 - 11.00 - 11.30 - 12; pomeriggio: 15.30 – 16.00 – 16.30 – 17.00.

Chi volesse cogliere l’occasione per approfondire le proprie conoscenze botaniche, è invitato a partecipare alle 15.30, ad una lezione sul campo dedicata al riconoscimento delle principali specie arboree e arbustive del Giardino attraverso i loro frutti.

Per i bambini ci sarà la possibilità, alle 11.00 e alle 16.00, di partecipare a laboratori didattici con specifiche attività sulla flora del Giardino Botanico.

Clicca la locandina per ingrandire.

giovedì 8 settembre 2011

Pedalando nel Delta





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NO COKE

SI AL LAVORO PULITO e STABILE

NO al RICATTO di ENEL e alla BUGIA del “CARBONE PULITO” IN CAMBIO DI PRECARIETÀ E MALATTIE.

CHIEDIAMO UNA POLITICA SERIA DI SVILUPPO DEL TERRITORIO, CHE PROTEGGA GLI INTERESSI DELLE GENERAZIONI FUTURE E NON SOLO I PROFITTI DEI GROSSI GRUPPI INDUSTRIALI.

COMITATO DELTA BENE COMUNE
Per info: deltabenecomune@gmail.com



LE BUGIE E LE MEZZE VERITA' DI ENEL:

1 - Il carbone e' “pulito”: LA CENTRALE DI PORTO TOLLE EMETTERA ' OLTRE 10 MILIONI DI TONNELLATE ALL'ANNO DI POLVERI SOTTILI E ULTRASOTTILI CHE PORTANO TUMORI E DANNI ALLA VIE RESPIRATORIE. IN UN ANNO AVREMO 4 VOLTE LE EMISSIONI DEL TRAFFICO DI UNA CITTA' COME MILANO.

2 - Ci sarà la “cattura e sequestro della Co2” nel sottosuolo: QUESTA TECNOLOGIA NON SARA' PRONTA PRIMA DEL 2030 E CATTURERA' APPENA IL 10% DELLE EMISSIONI, PER IL RESTANTE 90% PAGHEREMO LE MULTE EUROPEE PER IL NON RISPETTO DEGLI ACCORDI SUL CLIMA.
3 - Creeremo migliaia di posti di lavoro: IL LAVORO DURERA' PER POCHI ANNI, SOLO PER LA RICONVERSIONE, POI I GIOVANI SARANNO DI NUOVO A CASA, TURISMO E AGRICOLTURA IRRIMEDIBILMENTE COMPREMESSI.

4 - La Centrale produrrà il 40% dell'energia richiesta dal Veneto: L’ITALIA HA PIU’ ENERGIA ELETTRICA DI QUANTA GLIENE OCCORRE: 106.000 MEGAWATT INSTALLATI CONTRO UN PICCO DI CONSUMO QUOTIDIANO DI 45.000 MEGAWATT. ORA VOGLIAMO ANCHE IL FEDERALISMO ENERGETICO?!

ALCUNI DATI SUL POLESINE:

Il settore turistico impiega già oltre 5000 persone ogni anno.
CHI DIFENDERA' QUESTI POSTI DI LAVORO messi a rischio dal carbone?

Nel Delta, dal 2005 al 2009: 43% di turisti italiani e + 47% di turisti stranieri.
In Polesine è possibile portare investimenti puliti e all’avanguardia, che creano lavoro stabile: turismo, interventi di efficienza energetica, pesca e agricoltura di qualità.

Stiamo affidando il futuro nostro e della nostra terra ad una multinazionale i cui Dirigenti sono già sotto processo per disastro ambientale nel Delta.
PERCHE' ORA DOVREMMO FIDARCI DEI SOLITI AFFARISTI?

mercoledì 7 settembre 2011

Guideincammino



Camminare non è solo il nostro strumento di lavoro

ma anche la nostra passione
E’ così che nasce il progetto “Guide in Cammino”. Si tratta di una iniziativa promozionale che si propone di far conoscere la figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica, nel suo ruolo di interprete del territorio e di portatore di un valore aggiunto per lo sviluppo locale.
Per il lancio del progetto abbiamo scelto di percorrere la Via Francigena, nel tratto italiano dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. Abbiamo scelto la Via Francigena perché è sicuramente il più noto, anche a livello internazionale, dei cammini italiani; perché nel tratto classico attraversa ben 7 regioni e, con il suo prolungamento fino alla Puglia, è ben rappresentativo della realtà italiana da nord a sud.
Dal 1 settembre al 15 ottobre 2011 Daniela Pesce e Luca Berchicci, Guide Ambientali Escursionistiche di professione, coordinatori AIGAE della Valle d’Aosta e del Lazio, prima ed ultima regione italiana attraversate dal Cammino, seguiranno le orme di Sigerico attraversando Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Lazio fino alla Città Eterna.
A piedi ed in bicicletta per promuovere una mobilità a “impatto 0”.
Il tratto padano da Ivrea a Fidenza sarà percorso in bicicletta unendo alcune tappe; tutto il resto sarà percorso a piedi.
Slow Travel e Bioregionalità, cultura locale e comunicazione globale possono unirsi per generare un circolo virtuoso in cui il Pellegrino è il protagonista ed il “racconto “dei luoghi” e “l’emozione della scoperta” divengono il catalizzatore di una esperienza che va oltre i canoni tradizionali del turismo e, attraverso il “vissuto”, crea un autentico legame con il territorio.

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il blog di Guideincammino

Guideincammino è un progetto dell'AIGAE(Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche)

sabato 20 agosto 2011

BLOG NO COKE

L'Avocetta è un bellissimo uccello acquatico, di quelli che "rumano nel fango" (i cosidetti "Limicoli") che popolano il Delta del Po. Presenti praticamente tutto l'anno tra i nidificanti e i contingenti svernanti, che a volte vanno a formare stormi di uno - due migliaia di esemplari, come altri, questi uccelli sono di un'eleganza straordinaria.



Con un gioco di parole e con la stessa eleganza segnalo un'altro blog dove si parla di NO COKE, Lavocetta, una flebile voce che insieme ad altre può diventare molto grossa.

Il carbone pulito non esiste !


In foto una'Avocetta, foto tratta dal web.

NO COKE



"Il nostro motto è più siamo più ci divertiamo spero sia anche il vostro".
Con questo slogan il Comitato del Basso Ferrarese contro la Centrale di Porto Tolle invita tutti a partecipare alla manifestazaione in programma per domenica 21 agosto nelle spiagge dei Lidi Ferraresi. "L'idea è quella di girare a piedi sulla spiaggia con grandi cartelli sui quali è dipinta una lettera. Ogni persona porta una lettera ,la scritta completa sarà " NO COKE " .Altre persone disrtibuiranno un volantino che cerca di spiegare il senso della manifestazione. Il ritrovo è a Volano ore 9.30 presso il Bagno Virna.

lunedì 15 agosto 2011

NO AL CARBONE !



Greenpeace con la sua petizione ha già raccolto oltre 20.000 firme in una sola settimana per dire
NO AL CARBONE

sabato 13 agosto 2011

Effetti del carbone pulito.


MORTI E TUMORI - Vado Ligure -
A Vado Ligure, Savona; e nei dintorni di carbone si crepa.

Lo dicono i dati forniti dai medici e dalla Regione Liguria stessa. Si fa il conto con una mortalità molto superiore alla media. La centrale della Tirreno Power (ex Enel) proprietà di De Benedetti (gruppo editoriale Repubblica-Espresso), con i suoi due gruppi alimentati a carbone ed uno a gas, a cui ora se ne vorrebbe aggiungere un quarto, sempre alimentato a carbone, sta producendo uno scenario sanitario drammatico che, probabilmente, sarà il medesimo che si verificherà intorno alla centrale Enel di Polesine Camerini nel comune di Porto Tolle quando questa dovesse funzionare a carbone.
Abbiamo i dati emissivi della centrale forniti da Enel e vorremmo conoscere, anche comparandoli con quelli della centrale savonese, quale sarà l'impatto ambientale e sanitario nei territori del delta del Po.
Per disastro ambientale, in relazione alla passata attività e alle emissioni prodotte dall'olio combustibile ad alto tenore di zolfo utilizzato nella centrale Enel polesana, sono stati rinviati a giudizio lo scorso giugno amministratori delegati, alti funzionari e dirigenti Enel, non vogliamo altri rinvii a giudizio per il carbone.
Non vogliamo altre malattie che sono il frutto della sete di profitto senza scrupoli.
Pieno sostegno a chi si batte contro l'ampliamento con un ulteriore gruppo a carbone della centrale di Vado Ligure, No al carbone a Porto Tolle.

Vanni Destro




Consigli naturali di Agosto

Clicca il testo per ingrandire.