venerdì 5 ottobre 2007

“Eolo” (1918 – 1945) di Gianni Sparapan

Eolo” (1918 – 1945) di Gianni Sparapan, romanzo, prima edizione aprile 2002, edizioni Apogeo (Adria), seconda edizione aprile 2006 A.P.S. ( Rovigo), 158 pagine.
E’ uno di quei libri che divori in un attimo, che quasi ti spiace che sia finito. Bravissimo l’autore, nel raccontare la storia romanzata di Eolo Boccato e della sua banda partigiana, l’unico gruppo antifascista che continuò in Polesine la lotta armata contro i fascisti di Salò, anche nell’inverno 1944 – 45, quando il fronte alleato era fermo, in attesa dell’offensiva finale di primavera.
“La testa è in vetrina, ma Eolo cammina”, così si diceva ad Adria di Eolo Boccato, dopo la sua cattura e uccisione, avvenuta la domenica del 4 febbraio 1945, seguita dalla macabra esposizione, in tipico stile fascista, della testa del partigiano nella vetrina del consorzio agrario, situato nella via principale della città, davanti a cui gli adriesi, costretti dai fascisti, dovettero passare per vedere la fine del "bandito".
Ed è con questa frase che il più delle volte terminano i racconti di mia madre (classe 1931), quando io e i miei fratelli, la interroghiamo sui tempi della guerra e sul fascismo. Anche se al tempo mia madre era una bambina adolescente, il ricordo è tuttora vivo in lei, segno che ad Adria, la cosa al tempo deve aver fatto parecchio scalpore. Non ci ha però, mai saputo raccontare bene come andarono i fatti, che oggi scopro e m’incanto nel leggerli nel libro di Sparapan, fatti che seppur tristi e crudi, Sparapan, a mio parere, riesce a rendere affascinanti.
Nel suo precedente libro, Adria partigiana, Sparapan raccoglie le versioni degli stessi fatti storici, che nella semplice lettura del profano, fanno di Eolo uno sbandato, un bandito, un ladro assassino.
Rivalutato in quest’edizione libraria di Sparapan, dalla lettura del libro e rimembrando la frase tante volte sentita, io penso che Eolo Boccato, il partigiano anarchico, un uomo dotato di grande e invidiabile coraggio, anche da morto, abbia fatto tremare i fascisti e abbia senza dubbio diffuso per Adria e per tutto il Delta, lo spirito di libertà che tuttora aleggia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono 2 libri interessanti e vale la pena leggerli. E ne vale la pena soprattutto in questo momento nel quale un revisionismo storico con connotazioni nazi-fasciste vorrebbe equiparare i Martiri della Resistenza ai fascisti della R.S.I e a gentaglia simile.
Quando un Presidente del Consiglio (Berlusca) dichiara che "il Fascismo fu una dittatura all'acqua di rose" si capisce cosa intendo dire.
Su RAI3 qualche settimana fa Lucarelli ha fatto la cronistoria della strage di Marzabotto perpetrata da nazisti e fascisti su una popolazione inerme di donne, vecchi e bambini. Agghiacciante, mi veniva da piangere. Che vadano a chiedere ai superstiti chi erano e cosa ne pensano del fascismo "all'acqua di rose"!!!!
Sandricchio.